gambe lunghe per ballare
oh, Valentina
ogni ballo un grande amore
cocca, polpa di albicocca
che ti da’ con tutto il cuore
oh, Valentina
che prima gioca e poi ci muore
La maggior parte della mia vita l’ho passata dietro ad un vetro.
Dietro al vetro di una finestra che affacciava su una via molto rumorosa. Il davanzale basso di marmo chiaro, ci si poteva sedere senza pericolo e guardare fuori e sognare il futuro.
Dietro ai vetri dei miei mille treni, che mi proteggevano dal vento, dal paesaggio e dalla mia velocità nel digerire i chilometri.
Le lenti dei miei occhiali da maestrina. Anche loro, mi riparavano dal vento. Almeno per quello non avrei lacrimato.
Io, in vetrina, bella come una bambola ma molto più viva. "A me, sai, è così difficile dire di no".
Dietro ai vetri delle mie distanze prese, guardare e non toccare è una cosa da imparare.
Dietro al vetro di un bicchiere ormai vuoto.
E ancora non ho imparato quasi nulla sulla fragilità, o sulla trasparenza.
tutta occhi come il mare
tutta bambina
e tutta seni da torturare
ora dice che lavora
e che ci ha messo una croce su
no, Valentina
non ti riconosco più
"Perchè Malapuella?"
"Me lo chiedono spesso"
Non c’è una ragione. Ci prendiamo i nomi che ci danno, o che ci capita di darci.
Malapuella suona bene ed ha senso.
Potrei quasi dire lo stesso di me.
che se la pelle te la strappa una spina
ahi, Valentina
pensa che era naturale
era un ti amo
una carezza venuta male
Rimango ferma nella mia convinzione che dopo, certo, la mia vita continuerebbe comunque. D’altra parte, il mondo è pieno di cose prive di contenuto, senso e direzione.
corri corri come corre il lampo
che se la pelle te la strappa una spina
ahi, Valentina
non è il dramma che pensi tu
era un ti amo
e dopo non ti amo più
ma che belle parole ti sussurra la note…
l’egocentrismo eterologo!