Like a memory it falls
Soft and warm continuing
Tapping on my roof and walls
Ogni mattina mi svegliavo con la paura di non trovarli. Ed ogni mattina la paura si trasfomava in delusione, quando constatavo, la fronte appoggiata al vetro del finestrino, che infatti non c’erano. Mi dicevo che forse era ancora troppo presto. Ma ricordavo che il periodo era proprio questo. Ho pensato che fosse colpa della pioggia, ma anche lo scorso anno pioveva spesso. Aspetterò un’altra settimana, aspetterò altri tre giorni, aspetterò domani.
And from the shelter of my mind
Through the window of my eyes
I gaze beyond the rain-drenched streets
To England where my heart lies
Giorno dopo giorno erano sempre meno le ore che avrei potuto apettare: la rassegnazione mi guardava acquolinando, fauci spalancate. Quasi non volevo più sbirciare, per dargli l’alibi di non farsi ancora vedere, traditori. Ed è infatti solo con la coda dell’occhio che quella mattina li ho visti, oltre il vetro appannato dell’autobus. Improvvisi. Lo stupore e la gioia pari quasi a quelli dell’anno scorso. Perchè allora non me li aspettavo, mentre oggi, beh, oggi non me li aspettavo più. In una notte, improvvisi, migliaia e migliaia di papaveri rossi sono spuntati nel campo. E lunghe file di fiordalisi, ora lo so, arriveranno nei prossimi giorni a bilanciare di blu il contrasto tra il verde del grano acerbo e il rosso violento e sfacciato dei miei papaveri improvvisi.
My mind’s distracted and defused
My thoughts are many miles away
They lie with you when you’re asleep
And kiss you when you start your day
E non so se farai in tempo a vederli. Ma sono i miei, violenti ed improvvisi, e non li regalo a nessuno. E non li faccio vedere a nessuno. Ma so che se farai in tempo sarai tu a dirmi di guardare, stupito e sorridente, e mi abbraccerai con tenerezza mentre mi dirai che avresti voluto essere stato tu a dipingere quei colori per me.
E io che pensavo parlassi dei primi capelli bianchi…
che bello questo post.