Siccome sono un po’ una paracula, è qualche tempo che mi presento alle lezioni di direzione d’orchestra.
Così, arrivo, mi metto in un angolo, ascolto, osservo, faccio dei musetti molto intelligenti se il Maestro mi guarda, sorrido sempre e pongo domande di pubblico interesse e notevole acume. Nelle pause me la chiacchero con il Maestro, gli mostro il mio profilo migliore e lo ragguaglio sui progressi delle mia preparazione per l’esame di ammissione.
E’ quello che si definisce "essere auditori".
Faccio l’auditrice alle lezioni. Cioè ascolto, assorbo, e rielaboro.
Lo so, sono un po’ una paracula, ma io preferico l’espressione "captatrice di benevolenza".
Le lezioni di direzione di orchestra a cui anelo essere ammessa si svolgono secondo un clichè predeterminato: c’è un’orchestra di 30 professionisti che si annoia a morte nel seguire gli sforzi infruttuosi dell’allievo, che viene vessato e tartassato dal Maestro davanti a tutto il resto della classe, che osserva impotente cercando di imparare quanto possibile dagli errori altrui in attesa del proprio turno per il podio.
La classe in cui anelo essere ammessa è composta da una dozzina di ragazzi. Ragazzi, oddìo: uomini dai 30 ai 40. Tutti maschi.
Io che sono una povera Puella-Prodige, giovine e per-di-più femmina, ancora non ammessa al corso devo già scontrarmi con il maschilismo radicato e soffocante che purtroppo ancora al giorno d’oggi pervade l’ambiente musicale italiano.
Ohimè.
Stamattina faceva caldo. Molto caldo, nonostante Mozart. Un caldo eccessivo, nonostante la gonnellina di lino e la canottierina che avevo previdentemente indossato. Un caldo reso ancora più soffocante dal latente maschilismo e dalla sovrabbondanza di testosterone che impestava l’aula.
Esco per fumarmi la sana sigarettina del metà-mattinata.
Plim. Arriva il primo allievo.
- E’ vero che vuoi fare l’ammissione?
Plim. Il secondo allievo
- Ciao! Uh, hai da accendere?
Plim. Plim. Allievi n°3 e n°4.
- Eccovi! ah, ma qui fuori si sta molto meglio!
- Ciao! Come va con lo studio dell’analisi? se ti seve una mano…
Plim. Plim. Plim-plim-plim-plimplimplim.
Tempo 6 minuti e 1/2 (durata standard della sigaretta del metà-mattinata) TUTTA la classe al completo è fuori, sotto le frasche, a offirmi aiuto, supporto, fotocopie di partiture, sconti sulle bacchette, ricchi premi e cotillons.
Un momento.
Se sono tutti qui…
(Me li riconto, manco fossi Biancaneve con i 12 nani)
Ma allora…
Chi sta facendo lezione, adesso?
PLIM.
Esce il Maestro. Incazzato nero. A chi toccava far lezione? Avanti, marsch.
Povera Malapuella! Che pessima figura! Quei luridi maschilisti infami e pusillanimi. Hanno tentato infingardamente di sabotare la mia raffinatissima captatio benevolentiae. Infami e pusillanimi!
Però che storia… per un momento mi è sembrato di essere in quella favola… dai! No, non Biancaneve, quell’altra… Com’ era?
Dai, quella del pifferaio che suonava e tutti i topi lo seguivano… o forse era una topa che si portava via tutti i pifferi?
Non male la nuova versione del pifferaio magico, chissa’ perche’ ma la preferisco.
(^o^)
p.s.
secondo me “paraculo” e’ invariante, quindi dovresti usarlo cosi’. Ma non ci giurerei.
ahahah…bella quella de pifferaio.
e poi continuano a sostenere che le donne sono inferiori ecc ecc..bha…a me i poveri rincoglioniti sembrano loro
sticazzi il pifferaio. W la topa.
plim plim plim plimplimplim
puella
mi sono veramente spaccato
tira più una sigaretta
di un carro di buoi…
rodo
Quella della topa che si porta dietro tutti i pifferi è fantastica!
massì. io son più cocciuta di sta pioggia.
esco comunque in gonna (non gliela do vinta) ma soprattutto confido che faccia cambiare idea ad un po’ di gente…
col risultato di godermi la fersta in pace.
(armata di alcool, s’intende)
… ma quale biancaneve ma quale pifferaio. a me ricorda “malapuella davanti, e dietro tutti quanti”, più che altro
;-D
La gonnellina di lino è stata però un colpo basso.
Non dovevi farlo, non dovevi farlo.
Sissi, me li immagino i tuoi musetti intelligenti: flapflap con gli occhioni e sorrisi adorabili.
Passerai con lode e bacio accademico.
Svergognata.
- Musashi
@piccolo: qua si declina tutto! cos’è, mi fai del maschilismo filologico?!?
@laToby, lasciali dire, lasciali fare. Chi ha gli attributi per davvero si vedrà
@Ardez, grazie per la puntualizzazione. Sei un grande
@Rodolippo, solo felice che per una volta si siano invertiti i ruoli. :*
@Johnny, grazie. Che vena comica ‘sta ragazza, eh?
@Holly: alla fine abbiamo vinto noi! pioggia breve, aria fresca e zero zanzare!
@Tarab… hem… qui dentro solo Spad ha l’autorizzazione per scrivere “e dietro tutti quanti”.
@SoulKitch, benvenuto! Già, colpo bassissimo, lo riconosco.
@Musashi, ma perchè tu oramai hai deciso che sono bella. Vedessi i miei occhi cisposi e il porro sul naso capiresti… un bacio!
scusami. mi era sfuggita la regola ;-P
….fammi capire, però: “dietro tutti quanti” va bene, ma basta non dirlo? …furbettaaaaaa….
;-D
a me è venuto in mente “Il clarinetto” di Arbore.. vabbè..
captatrice di benevolenza, è un’espressione fantastica! Sto ancora ridendo. Un saluto.
la captatio benevolentiae funge quasi sempre
ma anche avere un bel culo non guasta
ma ciao lovelyfrigidpianist!
Che ti consoli, ho una cara amica che gliel’ha fatta a dirigere in gonnella. Io mi limito a dirigere le bande, che intonare i flicorni è un’esperienza di vita.
E riconsolati. Che in quei 30 elementi d’orchestra ci son passata pure io (e che pisoli mi facevo..). La posizione tipica è flauto sulle ginocchia, gomito che tien su mano e mandibola, nascosti dietro il leggio…