Già il fatto di rimanere imbottigliate nel traffico creato dal corteo-simil-gay-pride poteva essere interpretato come un presagio funesto. Ma noi indefesse abbiamo abbandonato l’auto in vista castello e ci siamo catapultate in metropolitana e abbiamo raggiunto il cinematografo quasi in tempo e ci siamo sedute tronfie e soddisfatte nonchè ansanti nei nostri morbidi séggioli, garrule e gaie come rondinine pronte a gustarci la proiezione di "Sex and the city".
Poi, la riflessione.
Che in teoria una vorrebbe andare a vedersi un film per definizione disimpegnato e di conseguenza spengnere il neuroncino o almeno posizionarlo in stand-by per quelle due o tre orette e invece nulla: la riflessione giunge subdola e infame. Riflesione che si articola in questo semplice interrogativo:
perchè tutti i protagonisti uomini del film assomigliano in modo imbarazzante agli uomini della mia vita mentre io non assomiglio minimamente a nessuna delle protagoniste?
La risposta non la si è trovata, nemmeno nel tagliere di fritture miste del napulè a cui ci siamo rifocillate dopo l’esperienza culturale. Per fortuna, l’interrogativo incalzante è stato subitamente scalzato dal più calzante domandarsi: da quando le fritturine si portano sul tagliere? Il tagliere non è affare di affettati e formaggi? Tutta colpa della cucina fusion. Prima l’avocado nel sushi, e poi vedi come si va a finire. Le fritturine sul tagliere. Signora mia, ah, signora mia.
Poi, la riflessione.
Che in teoria una vorrebbe andare a vedersi un film per definizione disimpegnato e di conseguenza spengnere il neuroncino o almeno posizionarlo in stand-by per quelle due o tre orette e invece nulla: la riflessione giunge subdola e infame. Riflesione che si articola in questo semplice interrogativo:
perchè tutti i protagonisti uomini del film assomigliano in modo imbarazzante agli uomini della mia vita mentre io non assomiglio minimamente a nessuna delle protagoniste?
La risposta non la si è trovata, nemmeno nel tagliere di fritture miste del napulè a cui ci siamo rifocillate dopo l’esperienza culturale. Per fortuna, l’interrogativo incalzante è stato subitamente scalzato dal più calzante domandarsi: da quando le fritturine si portano sul tagliere? Il tagliere non è affare di affettati e formaggi? Tutta colpa della cucina fusion. Prima l’avocado nel sushi, e poi vedi come si va a finire. Le fritturine sul tagliere. Signora mia, ah, signora mia.
un’amica mi ha proposto una chiave di lettura interessante. il film, lei dice, insegna che le donne, per avere la vita sentimentale che desiderano devono scendere a compromessi. carrie, miranda…e charlotte, le ho chiesto io? charlotte risolve il problema alla radice, se lo cerca nella categoria inferiore…
ma il tagliere non si impregna di olio?
Magari perché hai sempre avuto uomini banali, che qualsiasi sceneggiatore sarebbe in grado di raccontare.
ma no, c’è la carta giallo-verde assorbente sotto.
brutta roba.
plett, quindi è solo questione di giocare nella lega bassa? in fondo… in effetti… però cherlotte prima si era accasata con lo scozzese ricordi? assicurandosi una casa mica male, e solo poi si è presa il pelato… occorre rivedere le strategie. Giah
Nonsonocostante, era un frizzello leggero, poco unto. Però, lo stesso, non si fa.
Giuliai, mh. Ci penso su. Mh. Può anche darsi.
Fla, il tuo senso del trash mi innamora ogni giorno di più
non ti conosco ma è più forte di me, devo dirtelo: “così ti impari”. A sex and the city e napulè coneguono partners imbarazzanti e taglieri di frittini.