Incipit*

Incipit*
Un’auletta soffocante e dai muri dipinti di un giallino triste.
La piscina comunale.
Un letto sfatto, con la tapparella mai chiusa che lascia entrare la luce anche di notte.
Un vagone della metropolitana, linea 1, fermata Inganni.
La strada lunga verso l’automatico delle sigarette.
Un corridoio illuminato al neon.

Pare proprio che alle mie storie d’amore piaccia scegliersi come luoghi d’esordio i posti più squallidi che si riescano a concepire.

Mi viene il dubbio che forse è grazie al confronto con la tristezza dello sfondo che guadagno in appeal.

*no, non sono depressa, faccio sempre così prima di un impegno importante. Massacro un po’ l’autostima e l’egocentrismo: azzero per meglio accumulare in seguito. E no, luride iene sciacalle ed avvoltoie, non ci sperate neppure in quel pensiero che vi è balenato fugacemente.

16 Responses »

  1. Pur’io uso sempre questa tattatica, sempre meglio resta bene per una piacevole sorpresa che male per una triste delusione…

    Bè in bocca al lupo.

  2. a parte il neon che è davvero squallido, gli altri posticini sembrano mica male!

    la piscina: erotica per non dire del letto sfatto

Rispondi a il.poeta Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>