Fatti una vita

Fatti una vita
- Beh, io da quando lavoro, non ho mai fatto tardi una mattina, mai! Infatti se devo essere qui alle 9.30 calcolo il tempo necessario per arrivare verso le 9, così posso fare fronte ad eventuali contrattempi.
- E allora io? Pensa, mai saltato un giorno di lavoro! Mi sono presentato anche con 38 di febbre una volta, e una bronchite da paura, ma mica me ne sono stato a casa, io!
- Ah, a me invece mi hanno costretto a fine anno a fare le ferie che avevo in arretrato. Ma mi ci hanno costretto, eh! Fosse stato per me…

Ma è una gara a chi è più coglione, o proprio ci sono persone che hanno bisogno di questo per montarsi una specie di autostima?

21 Responses »

  1. tesoro, magari sono cococo. e andar a lavorare gli tocca. anche con la febbre.

    magari non se ne vantano. si lamentano, perchè non possono fare altrimenti.

    o magari…gli piace il loro lavoro. può essere, no?

  2. o magari è che a casa stanno peggio che in ufficio. Get a life, il tuo titolo mi pare la risposta giusta da dare a questa gente, non come sfottò, piuttosto come incoraggiamento!

  3. No, Flà. Hanno fior di contratti. Questi discorsi li fanno proprio con l’intento di vantarsi. O forse farsi coraggio tra loro. Mah.

    Egotique, è proprio questo che mi mette tristezza. Anzi, che mi agghiaccia.

  4. Anch’io conosco simili soggetti. Dalle mie parti chi parla così, di norma, è semplicemente perché ha un sacco di tempo libero, durante l’orario di lavoro.

    D’altro canto, parlare di quanto si è produttivi è molto più riposante che esserlo.

  5. oh guarda, c’è anche chi si vanta che tutte le mattine va a prendere il caffè x il direttore al bar con la brioche da 10 euro a sue spese, gli porta fuori il cane, va aprendergli i figli all’asilo e gli pulisce le scarpe prima e dopo la pausa pranzo..

    io dal canto mio mi ritengo fortunata già se a fine serata sono riuscita a produrre qualcosa di umanamente guardabile…:P

  6. però devi ammettere che anche alla fine dei cococo ora cocopro ti chiedono spesso di prenderti pure le ferie che non hai fatto, a volte anche le malattie, quelle che hai fatti mentre lavoravi!

    frequenti delle brutte compagnie, decisamente

  7. È più forte di me, ogni volta che leggo la parola vita mi viene voglia di commentare con questo:

    “Scegliete la famiglia. Scegliete un maxi televisore del cazzo. Scegliete lavatrici, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici.

    Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita. Scegliete un mutuo ad interessi fissi, scegliete una prima casa. Scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta. Scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritela con una stoffa del cazzo. Scegliete il faidate e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina. Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio, ridotti a motivo d’imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi”.

    [ovviamente tratto da Trainspotting]

  8. Io col mio apprendistato del c…. se sto a casa per malattia mi pagano il 60% solo il PRIMO giorno. tutti gli altri giorni…ZERO. lavoro da sola con la titolare, la quale non sa praticamente come si accende un pc, per cui l’UNICO giorno che son stata a casa che stavo male DAVVERO (in + di 1 anno di lavoro)…è entrata nel panico, e ha iniziato a sentenziare sui perchè e i percome del mio malessere. Per prendere UN giorno di ferie (magari pure durante un ponte in cui i 3/4 della gente appunto se ne sta a casa) devo inventarmi scuse assurde. Basta, ho il dente avvelenato!

  9. Ingenuaaa….sono come i cattolici e il sesso prematrimoniale. Cercano solo il modo di farsi gli stracazzi loro, mantenendo il diritto di condannare gli stracazzi altrui. M.

  10. Non sarà il modo migliore per farlo ma lo faccio senza mezzi termini tipo terapia da Anonimi Alcolisti: mi chiamo Giulia e per 12 anni sono stata una emerita “cogliona” della serie mai in ritardo, della serie lavoro anche in ferie, della serie al lavoro anche con una flebo appesa al braccio … insomma proprio della serie … “emeriti coglioni” e quel che é peggio é che a parte i soldi in più sulla mia busta paga (che pure c’erano!), l’ho fatto per la “Ragione di Stato”, quello spiccatissimo senso del dovere nei confronti dell’umanità che qualche mamma imprevidente riesce a inculcare in “emerite figlie coglione”. Poi all’improvviso … qualcosa è cambiato! Della serie c’é sempre speranza. Negli ultimi otto mesi, non sono arrivata in orario neanche un giorno, mi sono goduta tutte le ferie possibili e qualche giorno di malattia me lo sono fatto! Sto esagerando? Può essere, ma vorrei davvero recuperare il tempo perduto! Scusate la prolissità. Ciao da Giulia.

  11. Giulia mi piace. Mazza se mi piace.

    E aggiungo.

    Dopo anni di insegnamento e concerti (che Puella lo sa, niente marchette, niente malattia, niente di niente) ho preso la strada dello statale.

    Magari un giorno smetterò anche lì di fare la precaria.

    E azzo, giù di ferie e malattia fino all’ultima goccia. Che io non vivo per lavorare, ma lavoro per vivere.

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