Cose che non cambiano mai

Cose che non cambiano mai
Se fossi un’attrice forse potrei inventarmi qualcosa per cambiare. La camminata. L’atteggiamento. L’accento. Non so. Abbastanza fantasiosa da immaginarmi in un’ altra scenografia. In un’ altra sceneggiatura. Prendere un oggetto e renderlo parte delle mie abitudini, come un prolungmento che mi identifichi e caratterizzi. La sigaretta, un bicchiere di Martini. O abbastanza disinibita da mostrarmi nuda o quasi in pose a mezze luci. Tanto è solo un guscio, la polpa resta dentro ben nascosta.
Ma non sono un’attrice.
E quindi mi rassegno, e certe cose so che non le potrò mai cambiare. La camminata (sempre sulle punte da quando ho imparato). L’atteggiamento (indisponente?). L’accento (troppo milanese, daaai). La sigaretta nella mano che si allunga a prendere un bicchiere di Martini.
Potessi cambiare pelle con la facilità con cui cambio casa. Imparare a non spendermi. Fingere che non faccia male, ogni cosa che tocco mi fa male.

Istantanea I

Gambe lunghe e abbronzate, una borsa colorata a tracolla mentre leggo la carta appesa al vetro di un ristorante straniero. Sorrido. Ho una grossa puntura di zanzara vicino al gomito e i capelli stretti un una coda di cavallo.

Istantanea II

Le mani cercano l’apertura nascosta della porta-armadio. Frenetica, il cappotto infilato solo in un braccio, mentre l’altra mano aiuta a infilare i tacchi. Non sorrido. Ho un livido piccolo e tondo sull’anca, esattamente dove l’osso tira la pelle.

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