Monthly Archives: settembre 2006

Snob io?

Snob io?

Luca: sai, devo ricredermi…
Puella: e di cosa?
Luca: di averti accusato per anni di essere una snob
Puella: perchè? quando mai mi hai accusato di essere snob?
Luca: massì, dai, te l’ho sempre detto…
Puella: sì, lo so…
Luca: …
Puella: …
Luca: …
Puella: …ma perchè, era un’accusa?
Luca: lo vedi? è che tu sei peggio che snob… l’hai sempre preso come un complimento!

Gatte da pelare

Gatte da pelare

A quanto pare non si è davvero "giovani e disinibite" se non si affronta pubblicamente l’argomento depilazione. E bisogna farlo con profusione di dettagli, entrando nel merito di metodi e consigli, inconvenienti ed effetti collaterali, il tutto mescolando battute salaci ed ironiche con momenti di contrizione per le atroci sofferenze autoinfertesi.

Siccome io voglio, e fortissimamente, rientrare nella categoria "giovani e disinibite", devo affrontare l’argometo depilazione.

Siccome io sono giovane e disinbita, vi dirò, in tutta confidenza: ho pochissimi peli.

Siccome io ho due gatti, potrei provare a fargli la ceretta, almeno poi avrò qualcosa di interessante ed originale da scrivere. Che se poi per ribellarsi mi si appedono alle gambe con le loro unghiette malefiche, posso sempre dire che mi sono tagliuzzata col rasoio in una sessione di depilazione estrema (questo sì che fa tanto giovane e disinibita).

O dite che anche per loro è meglio il silk-epil?

Obliquo-Oblivion

Obliquo-Oblivion

Allontanarsi un po’, per potersi poi di nuovo avvicinare.
Le tue gambe che si incastrano tra le mie, la testa si volta dall’altro lato.
Sguardi fissi, immobili. Non vediamo, non guardiamo, non ci interessa nulla che sia al di fuori dei nostri occhi.
Mi aggrappo a te con tutto l’amore e tutta la disperazione di sapere che sei e non sei l’uomo della mia vita. Ma ora è la mia vita ad essere tua. Toglimi i dubbi.
La tua mano sulla schiena, la pressione di ogni dito come un codice indecifrato.
Sembra quasi che stiamo camminando. Ma tu guardi avanti, io indietro. Non camminiamo insieme, infatti. False metafore della vita a due.
Tu vai, io sono appesa a te, ti seguo
Mi sospingi, suggerisci, sempre in silenzio e io in silenzio obbedisco.
Con tutta la sorpresa del primo incontro e tutta la disperazione dell’abbandono.
Con tutto l’amore che negli anni siamo riusciti a chiudere in una musica che mi strazia.
Sei e non sei tu? E io? Ogni incontro è solo un abbraccio di corpi, e poi quello che resta è una cicatrice, o al peggio una piega sul vestito.
Eppure devo avere in te una fiducia totale, mi lascio guidare, confortata solo dal tuo abbraccio, così non voglio sapere nulla.
Tu prendi le tue decisioni, io voglio solo assecondarti. E le tue decisioni diventano anche un po’ le mie. Non perchè le condivido, ma perchè ho ancora il tuo profumo addosso, e già non ne so fare a meno.
Tu hai le tue decisioni da prendere, che poi diventano un po’ le nostre. Ma solo un po’: io ci ricamo sopra, ho belle gambe apposta.
Tu scegli la strada, la direzione, se fermarsi o andare avanti. Io assecondo, abbellisco, taccio, approvo, e chiudo gli occhi.

Nel tuo gioco di pressioni e guance calde.
Solo un accessorio.
Non aver paura di farmi un po’ male, di forzarmi, di trattarmi come un oggetto.
Io, le mie gambe lunghe sui loro tacchi. E i capelli sciolti, come piace a te.
No. Non è maschilismo.
E’ una lezione di tango.

A volte ritornano

A volte ritornano

E’ ancora presto perchè il sole tramonti. Fine estate, fine della follia. E finalmente io e te, a parlare, alla luce del sole.

- allora, ci devo proprio mettere una pietra sopra?
- sì
- ma guardati… come faccio?

E le nostre consuete risate.
E se vacillo è solo per un attimo, perchè solo ora ti vedo sincero.
Il dispiacere nei tuoi occhi neri. No, niente dolore, niente disperazione, solo un dispiacere piccolo. Dell’ occasione perduta e che non torna più. Ma solo una delle tante.

- tu non eri una della tante
- questo è un colpo basso
- lo sai, ci penso spesso. Come sarebbe stata la mia vita con te
- la tua ragazza sarebbe felice di sentirti dire questo
- questo è un colpo basso

E il ghiaccio nel bicchiere che si scioglie, e io tutta fiera del mio essere diversa. Non mi sciolgo più. Irremovibile e salda. E senza sforzo.
Un altro saluto, tanto ci si vede sempre qua. Un’ultima risata.
Almeno, ti metterò tra i ricordi che non fanno male.

Standa SuperFresco

Standa SuperFresco

Mi sembrava carino.
Alla cassa del supermercato regalavano ai bambini un giornalino pieno di foto di cagnolini e gattini: nei prati, avvolti in caldi e morbidi plaid, in allegre ceste di vimini infiocchettate.
Mi sembrava una cosa tanto dolce e carina.
L’hanno fatto apposta per abbassare le mie difese.
Era una trappola, e la cassiera era solo un’altra pedina del complotto.

- ne vuole uno?
- ahr, no grazie…
- lo regaliamo ai bambini
- (figo, mi ha preso per un’ottenne mandata dalla mamma a prenere il latte! vero che in mezzo a tutte le vecchine che fanno la spesa alle undici di mattina io spicco ma…)
- ah, lei non ha bambini?
- … veramente… NO
- no, scusi sa ma avevo visto i biscottini…
- (i plasmon? me li mangio io, la sera, guardando sex and the city, e allora? e poi, nel codice deontologico della cassiera il primo articolo riguarda l’assoluto divieto di commentare quello che passa sul nastro, o no?)
- ma, almeno, è sposata?
- no… NO, non sono sposata!
- ah… che peccato, una così bella ragazza!
- MA OH! Ma cosa vi è preso a tutti in questi giorni? Perchè, perchè, perchè sono circondata da gente ossessionata dall’argomento figli e matrimoni? Da quando siamo tornati a ritenere degna di commiserazione una ventiseienne che non porti la fede al dito? Sono cambiate le scadenze del celebre orologio biologico e nessuno mi ha avvertito? Si può parlare di qualcosa che non siano figli o matrimoni? Ci sono altri argomenti di cui si possa parlare? Eh? EH? EEEH!
- carta o bancomat?

Mi sa che sono un po’ stressata.

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L’altezza è mezza bellezza. E l’altra mezza si spera sia nella profondità.
Sua Altezza. E’ che senza la mia corte attorno, non mi trovo mai del tutto a mio agio.
Area uguale base per altezza diviso due. Viene sempre un numero piccolo, troppo piccolo: servono buone basi, se davvero si ha intenzione di dividere tutto in due.
E poi bisogna ricordarsi che altezza e altitudine non sono la stessa cosa.
E neppure altezza e altezzosità.

Tacchi alti, tenere un alto profilo, puntare in alto, e chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente.

E io che non mi sento mai all’altezza. E che con le mie paure di sbagliare e il mio modo goffo di chiedere scusa costruisco, gradino dopo gradino, una scala per raggiungerti.

Frammenti di conversazioni

Frammenti di conversazioni

"…e ogni volta ci chiediamo se quel posto dove andiamo non ci inghiotta e non torniamo più"

- e poi sabato siamo stati a pranzo da Robi e la Tere, e Marta è bellissima. Alla fine hanno ragione loro:  se aspetti il momento giusto, non arriverà mai
- allora è contagioso! Non dirmi che anche tu hai voglia…
- è normale, Puè. Staremo diventando grandi?

- mannò, io sono una ragazza tranquilla, posata…
- ma se sei un vulcano! adesso che ti conosco meglio non faccio fatica a credere a quello che mi ha raccontato Francesca, di quando eravate al liceo…
- oddìo, no! Che cosa, di preciso, ti ha raccontato?
- mah, era un po’ brilla…

- ho un sonno terribile, in questo periodo proprio non ce la faccio: non riesco ad andare oltre alle dieci, crollo
- eh, mi immagino. Sono distrutta anche io, e non ho una figlia di tre anni a cui stare dietro tutto il giorno
- e soprattutto non sei al quarto mese:  vedrai, quanta energia succhia la gravidanza!

- non credere che non lo apprezzi, che non mi renda conto del cambiamento, delle responsabilità
- mi piace prendermi cura di te
- mi piace che tu ti prenda cura di me

- sì, in chiesa. Ma in realtà la cosa peggiore sarà il pranzo
- come? dai, quella sarà la cosa più divertente!
- no no, l’incontro epico tra i miei e i suoi… sarà un macello!
- ma perchè, ancora non si conoscono?

- allora alle nove in Statale, alla biblioteca centrale
- ok
- almeno ci facciamo forza a vicenda
- maddai, è solo di rimettersi a studiare, aprire un libro e preparare un esame

E adesso che piove e me la sto prendendo tutta, senza ombrello e nelle mie scarpine leggere, i jeans che strusciano terra e i capelli che sgocciolano, e l’hennè che speriamo non stinga, e i libri che si bagnano nella borsa di tela, e il sorriso che apre mentre cerco il mio portachiavi "Martini" che ancora non mi ci sono bene abituata, in testa mi fischietta una canzone, che sono anni che non sento, dal matrimonio di mio zio Teco.

"ma la paura che ci fa quel mare scuro, che si muove anche di notte e non sta fermo mai"

ANSA

ANSA

Arriva ora in redazione una notizia dell’ultimo minuto, vi riporto il testo come da agenzia

- E’ stata rinvenuta, nel cesto del bucato in casa Spad, una magliettina nera, taglia M, recante in bianco la scritta stampata "Waikiki Beach Club". Sono iniziate le ricerche della legittima proprietaria, che si spera avranno seguito senza spargimenti di sangue. Pare infatti che la lavandaia abbia preso in ostaggio la maglietta di Del Piero e minacci di farla a brandelli se entro poche ore non avrà nome e indirizzo della ragazza che ha incautamete abbandonato l’indumento.

Sono notizie dure, drammatiche, che non vorremmo mai dover dare. Cogliamo l’occasione intanto per lanciare da questo blog un appello, memori del successo già conseguito nell’identificare la portatrice sana di mutandine arancioni: tu che leggi ora queste parole, se nutri il fondato sospetto di essere la propietaria della maglietta, mettiti in contatto con chi sai tu, e dicci se la maglietta stinge o se posso lavarla assieme al resto prima di restituirtela.

Aggiornamento delle ore 14.30
(sigla)

Gentili ascoltatori, edizione speciale per tenervi aggiornati sul caso agghiacciante verificatosi questa mattina. Sono ancora in corso le indagini della polizia scientifica e dei NAS, che pare abbiano rivelato la presenza di peli sospetti sulla maglietta.
"Potrebbe trattarsi di pelo di gatto, forse la ragazza ricercata è un’amante di queste bestiole, ma non escludiamo altre ipotesi… ora, scusate, non posso rivelarvi altro, lasciateci lavorare" il commento teso che siamo riusciti a strappare al Prefetto di Milano.

E mentre le indagini seguono il loro corso, rendiamo nota una e-mail di rivendicazione che è giunta da poco in redazione e che gli inquirenti hanno già classificato come l’ atto di un mitomane, in cui vengono ricostruiti fumosi legami tra un noto disco-pub di Corralejo e un fantomatico negozio di vestiti usati.
(Tradotto: Amò, non ci credo che è tua, smettila!)

Confidiamo nella vostra collaborazione, e vi terremo aggiornati.
Per ora è tutto, grazie dell’attenzione.
Il TGPuè tornerà in edizione speciale non appena avremo nuove notizie da darvi.
(sigla)